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Energia elettrica: cosa c’era prima del mercato libero?

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Breve storia della nazionalizzazione dell’energia elettrica in Italia

Cosa significa mercato libero e perché per anni la vendita dell’energia elettrica è stata soggetta a monopolio di stato?

Facciamo, come nostro solito, un po’ di chiarezza. Cosa significa mercato libero?

Mercato libero significa che gli utenti possono scegliere senza vincoli e limiti a quale gestore affidare la propria bolletta di gas ed energia elettrica.

Ma quindi ci siamo già nel mercato libero? Io posso già scegliere il mio venditore di gas e luce preferito, giusto? “.

Si, ci siamo già ma non completamente, almeno finché rimarrà affiancato al mercato libero il mercato di maggior tutela, rappresentato in buona parte dal Servizio Elettrico Nazionale che opera in regime tariffario stabilito dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Per comprender meglio cosa sia il mercato tutelato vi rimandiamo a questo nostro articolo.

Cosa c’era in Italia prima dell’Enel.

Prima della costituzione dell’ENEL (Ente Nazionale per l’Energia Elettrica) la gestione dell’energia elettrica in Italia era affidata ad un migliaio di gestori diversi, divisi per territorio.

Negli anni sessanta l’Italia era in pieno boom economico e un nuovo protagonista era già entrato nelle nostre case: l’elettrodomestico.

Frigoriferi, aspirapolvere e lavatrici cominciarono a diventare beni sempre più diffusi e la domanda di energia elettrica crebbe esponenzialmente.

Nel 1950 la produzione italiana era di 24 miliardi di KWh. Soltanto 10 anni dopo, nel 1960, era più che raddoppiata, passando a 56 miliardi di Kwh.

Per sostenere questo enorme bisogno di energia il governo dell’epoca (Fanfani IV) decise di nazionalizzare e nel 1962 costituìì l’ENEL (Ente nazionale per l’energia elettrica) accorpando 1270 aziende che operavano come distributori, venditori e produttori.

L’obiettivo di questa legge (6 dicembre 1962 n.1643) era di “assicurare con minimi costi di gestione una disponibilità di energia elettrica adeguata per quantità e prezzo alle esigenze di un equilibrato sviluppo economico del Paese” (art 1).

La nazionalizzazione permise dunque di ridurre i costi della rivendita e di efficientare la rete di distribuzione con grandi interventi strutturali, e soprattutto permise l’allaccio alla rete elettrica a quasi tutti gli italiani.

In seguito alle spinte liberiste degli anni ottanta, il mercato fu pian piano liberalizzato smembrando ENEL e dividendone influenze e compiti. Ma questa è un’altra storia che racconteremo più avanti.

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