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Che cos’è il Canone Rai?

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Il canone rai è un’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive. Questa definizione può suonare forse un po’ antica ma è grossomodo la definizione che è stata data nel momento in cui l’imposta è stata istituita e cioè nel 1938.

Il Canone televisivo è presente in molte nazioni europee, ma non in tutte e gli importi sono molti vari: in Francia il canone ammonta a 139 euro annui, in Germania si aggira intorno ai 215 euro.
In paesi come Belgio, Olanda, Ungheria e Islanda è assente. 

In Italia il canone rai è di 90 euro annui, suddiviso in dieci rate da 10 euro l’una per 10 mesi, gennaio ad ottobre; dal 2016 il canone è addebitato sulla bolletta elettrica.

Contesto storico

La prima imposta sugli apparecchi elettronici venne emessa in Italia nel febbraio del 1938, ma venne ufficialmente applicata solo dagli anni 50. 

Precedentemente la gestione del canone Rai era sempre dell’Agenzia delle entrate, ma l’imposta annuale non aveva un valore fisso: nel 2010 per esempio il valore annuale registrato era di 109,00 euro, nel 2011 era salito a 110,50 euro mentre nel 2012 il prezzo era salito a 112,00 euro.

La prima standardizzazione del prezzo venne discussa nel 2016 e applicata ufficialmente nel 2017 quando, come sopraindicato, venne deciso di applicare il Canone Rai alla bolletta dell’energia elettrica.

Cosa ha portato a introdurre il Canone Rai nelle bollette?

La causa principale fu l’evasione fiscale. Prima di questa introduzione, la tematica era di natura molto sensibile: in tanti si lamentavano dell’imposta stessa, ma, soprattutto, del fatto che non vi era una vera forma “ punitiva” da parte dello Stato per la mancata riscossione del tributo.

La verità era che la tassa stessa era poco controllata e, come tale, poco perseguibile a livello di mora. 

La decisione fu di introdurla nelle bollette con un costo fisso per poter dare, alle società singole, la possibilità  di segnalare i mancati pagamenti all’Agenzia delle entrate.

Come mai le società di vendita non interrompono la fornitura elettrica se non pago il canone? 

In realtà il motivo è molto semplice: la società di vendita è semplicemente il “mezzo” di riscossione del Canone e, per questo motivo, non ne risponde direttamente. 

La società può eventualmente segnalare il debito all’Agenzia delle entrate che, in caso di prolungato debito, può avvalersi di un’agenzia di recupero crediti per la riscossione del debito presente. 

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